mercoledì 29 gennaio 2014

I segnati

Ho appena letto questo libro in vista di una serata che il prossimo 25 febbraio terremo presso la Mediateca di San Lazzaro di Savena con l'autrice Emanuela Monti e l'amico Massimo Fagnoni.
Dovendo partecipare ad una presentazione in comune era più che doveroso leggere e conoscere che tipo di scrittrice fosse Emanuela Monti, così ho cominciato a leggere il libro e devo dire che mi è piaciuto.
La trama parla di una serie di delitti perpetrati in un centro termale dell'appennino tosco-romagnolo e si dipana come un classico giallo, di quelli vecchio stampo che potrebbero benissimo essere immersi nella campagna inglese. E la ricetta funziona, perché questo romanzo, che si consuma in fretta viste le 130 pagine circa e la scrittura splendida e al contempo leggera dell'autrice, si fa leggere con piacere invogliandoci sempre a continuare.
Parlavo di giallo 'classico' perché l'impressione, leggendo le prime pagine è quella, però questo romanzo riserva delle sorprese, sorprese che ci giungono all'improvviso, spiazzanti, girando la trama e sorprendendo tanto noi quanto i personaggi, ben caratterizzati e simpatici. Alla fine di tutto, in questo giallo ci sono tracce di grottesco, ma anche toni leggeri da commedia e lo sconcerto del noir in un finale che ti rimane addosso gelandoti.
Ma chi sono i segnati? Che significato hanno in tutto questo?
Scopritelo, ne vale la pena!

lunedì 20 gennaio 2014

Bologna razzista? Ma annatevene affanculo!

Premetto: non mi piacciono gli ultras, la loro filosofia di vita, il vivere la realtà sportiva come elemento totalizzante della propria esistenza, non mi piace. Non condivido (ci mancherebbe!) le violenze che troppo spesso vengono perpetrate in giro per l'Italia, presso le stazioni, negli autogrill e soprattutto fuori dagli stadi.
Premetto anche che forse, senza ultras, l'evento sportivo sarebbe migliore e più fruibile per quei tifosi (che sono la maggioranza) che trepidano per la loro squadra senza incendiare cassonetti, devastare autogrill eccetera, ma lasciatemi dire che tutta questo can can mediatico su Bologna razzista è un'immane cazzata.

Non so se detto ciò avrete la voglia di andare oltre, ma se vi piacciono i gialli con sorpresa finale, leggetemi, perché, alla fine, non capirete... o meglio, capirete che non avevate capito niente. :-)

Il TG1 ha stigmatizzato, tutti i telegiornali lo hanno fatto, dando voce all'indignato Gianni Morandi (a cui era stato giustamente sconsigliato di mettere Caruso allo stadio) che se la prende con la Bologna deteriore, quella razzista e magari xenofoba, quella violenta che mette lo striscione "Vesuvio lavali col fuoco", che fischia il capolavoro di Lucio Dalla in sfregio alla sua memoria e al doveroso senso di ospitalità verso Napoli e i napoletani.

Ebbene, questi signori, Morandi compreso, non hanno capito nulla.

Chiedo a chi legge se si è mai chiesto come mai le curve vengono chiuse sempre dopo una partita contro il Napoli. Chiedo perché, se Bologna è razzista, o meglio, se quei mille deficienti sono razzisti, non lo siano con i catanesi (che peraltro hanno un bel vulcano anche loro) o con i palermitani, o perché magari sono gemellati con i terroni della Nocerina.

Chi mi sa rispondere?

C'è una sola risposta: dinamiche ultras, contestazione contro Giampaolo Tosel, il giudice sportivo. E Napoli cosa c'entra? Direte voi...

Cliccare per credere

Come vedete: striscioni contro Napoli, cori del tipo "Vesuvio lavali col fuoco" e "Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani. Colerosi, terremotati, e col sapone non si sono mai lavati"

E li cantano loro, i napoletani!

Avete capito adesso?