domenica 18 agosto 2013

22/11/'63

Il titolo del penultimo romanzo di Stephen King potrebbe sembrare una data come un'altra, anzi, volendo abbracciare un contesto più ampio, si potrebbe dire che l'ennesimo romanzo sfornato dal Re del brivido potrebbe indurre a pensare all'ennesima variazione sul tema kinghiano.
Diciamolo con sincerità: gli ultimi romanzi di King, se paragonati a quelli sfornati fino a inizio anni novanta, appaiono come una stanca rielaborazione di idee e concetti già ampiamente trattati con i romanzi precedenti. Come si possono dimenticare Carrie, Cujo, IT, L'ombra dello scorpione, La metà oscura, Christine, Misery (il mio preferito), Pet Sematary? E d'altro canto,vi sono sembrati memorabili L'acchiappasogni, Buick 8, Cell, Duma Key e La storia di Lisey?
No.
Risposta univoca: tanto erano memorabili i primi quanto pallidi gli ultimi.
Ma poi la vita riserva sempre delle sorprese ed ecco che un giorno del novembre del 2011 mi compro il romanzo che dà il titolo a questo post e ne rimango totalmente folgorato.
La storia: Jake Epping è un insegnante di lettere in quel di Lisbon Falls, Maine. Un giorno riceve la telefonata del suo amico Al, gestore della sue tavola calda preferita. Al non sembra stare bene, gli chiede di potergli parlare ed effettivamente, quando lo vedrà lo ritroverà improvvisamente invecchiato, emaciato. Al gli svela un segreto: nella dispensa della tavola calda c'è un passaggio temporale che conduce dritti dritti al 1958.
Voi cosa fareste se poteste tornare nel 1958?
A parte piazzare qualche scommessa, s'intende...
Al ad esempio ha un piano: sventare l'assassinio di Kennedy, ma lui non potrà più portarlo a termine, perché nel frattempo si è ammalato di tumore. Ora toccherà a Jake raccogliere il testimone, ma se la sentirà di prendere questa patata bollente?
Salvare Kennedy cosa comporterà?
Sarà possibile cambiare il corso degli eventi? Oppure il destino è un'immutabile monolite solo da ammirare?
Romanzo fantastico, in tutti i sensi: King stravolge il concetto di viaggio nel tempo inventando il reset, ossia, ogni volta che si fa ritorno a casa, se si varca nuovamente il passaggio temporale ci si ritrova esattamente alla stessa ora, nello stesso giorno, del 1958. Non esistono altri sé stessi come in Ritorno al Futuro parte II, qua tutto si azzera ad ogni viaggio. In più, abbiamo il King narratore a tutto tondo, in forma splendida, perché il Re non è solo horror o fantasia, ma anche amore, ricordi e sentimenti.
Amo questo romanzo, lo metto tra i primi tre in assoluto del Re e sono felice di aver trovato in questo libro molti argomenti che caratterizzeranno i miei due prossimi romanzi.
Un consiglio, leggetelo e capirete la differenza tra la miriade di cartaccia che ci rifilano e un romanzo coi fiocchi.
Postilla: per chi ha avuto la costanza di leggere IT e se lo ricorda bene... ad un certo punto salterete sulla sedia!
King ai massimi!